Avere cura
Impariamo ad essere come una mamma che sente piangere il suo bimbo
piccolo. Se una mamma, mentre lavora in cucina, sente piangere il suo bambino,
posa quello che ha in mano e va a consolarlo. La comparsa della madre in quella
stanza è come un raggio di sole: lei è piena di calore, partecipazione e
tenerezza. Per prima cosa prende in braccio il piccolo e lo culla; con quell’ABBRACCIO la sua energia penetra nel
bambino e gli da sollievo”.
Dunque è importante tornare a se stessi e prendersi cura del nostro “bambino interiore”, della nostra rabbia e non c’è cosa più urgente di questa. Le nostre emozioni vogliono “essere viste”, guardate nel modo giusto. La pratica spirituale dovrebbe consistere in primo luogo nel prendersi cura delle proprie emozioni e guardare il nostro bambino interiore, le nostre parti più piccole, con una qualità molto particolare di energia, con uno sguardo d’amore e di compassione.
Dunque è importante tornare a se stessi e prendersi cura del nostro “bambino interiore”, della nostra rabbia e non c’è cosa più urgente di questa. Le nostre emozioni vogliono “essere viste”, guardate nel modo giusto. La pratica spirituale dovrebbe consistere in primo luogo nel prendersi cura delle proprie emozioni e guardare il nostro bambino interiore, le nostre parti più piccole, con una qualità molto particolare di energia, con uno sguardo d’amore e di compassione.
(Thich Nhath Hanh, “Spengi
il fuoco della rabbia”)
Rallentare ("La Tartaruga")
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